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LE RESISTENZE ai cambiamenti

LE RESISTENZE ai cambiamenti

Dicesi resistenze in campo personale, e non elettrico, tutte quelle azioni mentali, emotive, pratiche e concrete, che la nostra personalità mette in atto quando qualcosa, che sarebbe necessario cambiare, la spaventa a tal punto da sentirsi minacciata in qualche modo.

Tali resistenze si mettono in atto anche quando apparentemente non sentiamo di averne.

La nostra difficoltà ad accettare quanto accade innesca inevitabilmente queste resistenze che, da canto loro, non fanno altro che il lavoro per cui sono state create. Evitare che qualsiasi equilibrio, duramente conquistato, sia cambiato. Il problema fondamentale che esse creano è il manifestarsi, la stragrande maggioranza delle volte, in un dolore fisico più o meno persistente che ci accompagna, oppure da piccoli incidenti come ad esempio botte in testa, o cose simili,  fintantoché, o lo lasciamo andare e con esso la resistenza, oppure aspettiamo che passi, credendolo risolto, ma in realtà così non è. Infatti passato un sintomo ecco che può presentarsene un altro, diverso per zona e per tipologia, ma con similarità nel tipo di messaggio. Oppure continuano a caderti le cose, a inciampare e così via.

Immagino che tu sappia lettore, che ogni sintomo fisico è un messaggio specifico che la tua Anima Amore ti manda per cambiare, accettare, osservare dove tu stia andando e come. In qualche modo è una sorta di navigatore dell’Anima che, a seconda del momento, ti dice se la strada percorsa è quella giusta o meno. Mmmmmiiiiihhhhhiiii ma stai scherzando??!! Vero? Mi spiace ma non è uno scherzo. Questo non significa che ogni resistenza si evolva in un sintomo serio, ma la maggior parte delle volte anche un unghia incarnita può avere un grande messaggio per te. Io ho scoperto tutto ciò all’inizio della mia ricerca personale e ancora oggi, a volte, lo trovo fastidioso, antipatico, irrispettoso, inutile, assolutamente fuori luogo e non necessario!!!. Come vedi anche io ho le mie belle resistenze in merito. In particolare quando sbatto la testa. Anche se ora in camper succede meno, strano!!!.  Fino a quando ho avuto una casa fissa, guarda caso mansardata, non ti dico le botte che prendevo pur sapendo che il soffitto in quel posto fosse basso e che rischiassi. E infatti STONC…!!!! MA PORCA PALETTA!!! (in realtà ciò che usciva dalla mia bocca non era sempre così gentile). Questo mi accadeva e mi accade quando il mentale prende il sopravvento sul mio sentire del momento o quando cerco di sbrigarmi a fare delle cose per farne altre migliori dopo … ultimamente in camper invece mi cadono le cose … ufffffffff che nervi il dover vedere che devo lasciare andare!!!. O peggio!!! Che tu ci creda o no, perdo molte più cose da quando sono in camper che non a casa … in camper, un posto di circa 15mq … perdo le cose non le trovo più, non mi ricordo dove le ho sistemate, neanche fossi in un labirinto. Assurdo!!! … Concordo!!!.

I miei amici più cari, che in questa strana impresa di vita del momento mi sostengono, si divertono come matti quando racconto delle cose che perdo in camper fosse anche una cosa grande, niente non la ritrovo se non dopo giorni e i miei amici se la godono … loro.

Ma torniamo seri, o proviamo ad esserlo. Quando invece mi rendo conto del messaggio posso davvero cambiare la situazione. Perché nel momento in cui mi accorgo che tutto nasce da un paura al cambiamento, allora posso consapevolmente dire “ok! Ha senso questa resitenza?” e cercando di rispettare sempre al meglio quello che sento dentro, posso decidere e lasciare andare. Ti garantisco che quando ciò accade, un senso di leggerezza ti avvolge e nel giro di poco anche eventuali sintomi fastidiosi cessano il perché di esistere. Sia chiaro che in questo articolo non sto parlando di malattie serie e importanti, non essendo un medico non sono in grado di portarti a fare nulla che richieda un intervento specifico. Ma per farti degli esempi personali ti posso dire che gli starnuti improvvisi che mi colgono, non sono dati da improvvise reazioni allergiche, perché non sono allergica, ma da situazioni in cui mi trovo e che mi creano un mal stare tale da volermene allontanare il più velocemente possibile e se non sono presente a questa richiesta del mio Sé allora starnuto. A volte se non posso andarmene subito cerco di osservare cosa mi dia davvero fastidio in quel momento (una persona, un atteggiamento, un ambiente, un fatto che non condivido o che non accetto e così via). Quando individuo la causa posso scegliere se aspettare ad andarmene o uscirne al più presto e godermi il resto della giornata. Altro esempio. Da più giovane ho sofferto per un periodo piuttosto lungo di un dolore all’alluce destro. Il dolore poteva trasformarsi in un problema di alluce valgo con gli anni. Quando ho letto che il significato del sintomo che avevo era dovuto al non sopportare di essere spinta in qualche direzione che non volevo, ho ripensato al passato e mi sono resa conto che era un periodo dominato da continui contrasti con mia madre e da come, secondo lei, io sarei dovuta essere o cosa avrei dovuto fare, e ho cominciato a domandarmi quante volte ho permesso agli altri di decidere per me. Altri momenti in cui mi doleva l’alluce quando, col mio primo compagno, mi sottomettevo al suo modo di vedere la coppia e contrariamente a quello che sentivo (per paura di perderlo e di non sentirmi amata e accettata… ma ero ggggiovine) mi spingevo dove non volevo … Con la mia avventura verso Me Stessa, ho potuto osservare tutto ciò, e ho cambiato atteggiamento. Ho deciso io per me stessa, sempre, e nel momento in cui ciò mi fosse stato impossibile ho dovuto prendere decisioni diverse anche drastiche. Ma il mio alluce non duole più. E quando raramente lo fa, mi fermo e ripenso a cosa può essere successi da lì a pochi giorni prima che mi abbia creato resistenza verso una direzione non adatta a me. Se mi massaggiano il piede in un modo poco gentile il dolore che ho provato lo sento ancora, come fosse una sorte di memoria cellulare … e questo mi porta a ringraziarlo per essere stato un grande momento di crescita. Comunque non ho l’alluce valgo!. Caro lettore ti invito a guardare a ciò che ti duole, se non è una malattia serie, come un aiuto per te, come messaggio che la tua Anima ti porge per sussurrarti “pss, psss ehi, ascoltami ti prego, non è la direzione giusta per te … cambia sei in tempo ma ascoltami …” il problema è che Anima sussurra e non grida come ho già scritto altrove.

Ma le resistenze sono uno dei migliori strumenti per iniziare ad ascoltare chi e cosa ci sussurra.

 

Se vuoi saperne di più sui sintomi come messaggi ti consiglio uno tra i tanti libri che ho letto … quello che però è alla base di tanti altri:

https://www.ilgiardinodeilibri.it/libri/__metamedicina-ogni-sintomo-e-un-messaggio-rainville.php?id=1861&_gl=1*1ug5tz5*_up*MQ..&gclid=CObHzOr8nMkCFWjmwgodRacAtg

 

 

AMICIZIE

AMICIZIE

Philia dal greco significa amicizia.

Pochi giorni fa mi sono imbattuta (non a caso sicuramente) su un video in cui un noto cantautore italiano (R. Vecchioni) spiegava il vero significato della parola amicizia considerando l’origine dal greco. Mi ha emozionata quel video, mi ha fatto comprendere come davvero quel significato sia così pregnante nelle mie amicizie. Parlo di ciò perchè in questi ultimi anni hanno assunto nella mia vita sempre più importanza soprattutto per le dimostrazioni inaspettate.

Quando si incontrano persone nuove nella nostra vita possono assumere diversi ruoli. Nella mia personale, le amicizie, siano esse incarnate in uomini o donne, hanno anche l’importanza di un legame familiare più ampio. Personalmente, non avendo più la mia famiglia biologica hanno assunto col tempo questo ruolo che non va a sostituire le diverse figure familiari (padre, madre, sorelle, fratelli ecc…) , ma che ampliano il concetto di comunità familiare dando a me il vero senso che in Philia si intende. Ebbene qual è questo senso ti chiederai? Nel video il significato è il seguente “UNA RELAZIONE DISINTERESSATA IN CUI NESSUNO GUADAGNA QUALCOSA, SEMPLICEMENTE SPIRITUALMENTE AFFINE A TE E CHE NON POTEVI NON INCONTRARE, UNA CONDIZIONE NATURALE IN CUI L’AMICO E’ TE STESSO DALL’ALTRA PARTE, SPECCHIO ‘UNO DELL’ALTRO”.

Ad oggi mi sono resa conto che negli ultimi 20 anni circa, le mie amicizie sono state davvero una scoperta e una preziosità che in qualche modo ho voluto, cercato, attirato e che, a seconda del periodo che stavo attraversando, si sono rivelate così perfette per me da lasciarmi stupita. Negli anni ho coltivato il senso di amicizia con alcune specialmente con quella dedizione amorevole che ti porta a fare di quella relazione una cosa unica e davvero impagabile. Quel tipo di relazioni per le quali in qualsiasi momento e non su richiesta, tu potresti saltare in macchina e correre che sia un momento negativo o positivo della tua amicizia non importa, ma sai solo che lo faresti. Non serve dimostrare nulla, perchè è il tuo cuore che parla in ogni parola, piccolo o grande gesto, e a volte il solo sguardo.

Ho la fortuna di saper scegliere? Direi di no. Non è questione di fortuna ma di FREQUENZE. In base a come vibri con la tua energia allora attiri le persone più giuste a te in quel momento. E questo comporta anche che alcune di loro col tempo si allontanino, o che ci facciano sentire ferita/o, tradita/o, abbandonata/o ecc… (vedremo le 5 ferite dell’umanità con calma). Ma fa parte del gioco, dell’immenso gioco della Vita e dell’Amore da cui tutto deriva e che è la chiave di tutto.

E con molte di loro fin da subito ho sentito una connessione così forte da pensare chissà quante volte in vite precedenti ci siamo incontrate, io le chiamo le Anime Amore già conosciute che ritornano nella vita di ognuno di noi sotto forma diversa e che senza riconoscersi nei corpi fisici della vita corrente, in realtà ci si riconosce “a naso”, con uno sguardo, con una percezione sulla pelle, con un sentire interiore che risponde ad una domanda “inconscia” che è “ma sei davvero tu? Finalmente ti ho ritrovata!”.

L’amico, l’amica che ti tende una mano, che ti chiama per il piacere di sentirti, che ti manda un messaggio o che ti abbraccia e ti dice “ti voglio bene” è davvero una cosa preziosa, finchè durerà è proprio il caso di viverla e coglierla con la sua magica presenza. Poi succeda quel che deve succedere, ma, intanto, godiamoci questa amicizia!.

Da un altro punto di vista, quanto ti riempie quello slancio di cuore che ti porta a fare un regalo inaspettato all’amica/o perché sai che quella piccola cosa per lei/lui è utile in quel momento? Oppure fargli una sorpresa e andarlo a trovare senza preavviso, solo per il gusto di vedersi (magari se l’amicizia in questione è fresco di relazione affettiva/sentimentale … prima fai un messaggio và, a scanso di equivoci!!!), in quest’epoca in cui la tecnologia guida le nostre scelte e le nostre azioni da un video, facendoti credere che hai molti amici, ma in realtà non li hai nemmeno mai incontrati.

Cosa ci spinge a scegliere di essere amica/o di qualcuno e soprattutto, quali qualità interiori metto a disposizione di quella persona affinchè, come me stessa, si possa sentire compresa, capita, accudita, coccolata, amata … vista?! Ricordi nel film/documentario Avatar la frase “io ti vedo”?. Con alcune di queste Anime amiche si instaura un tale livello di connessione da farci entrare in contatto “telepatico” … quante volte ti viene in mente qualcuno che conosci e non puoi non chiamarlo sentendosi dire “stavo proprio pensando a te”. Credo che le nostre menti, i nostri encefali, siano in grado di fare anche di meglio. In questo periodo storico per il nostro luogo natio, Gaia, l’evoluzione a livello subatomico è tale che molti “aspetti” a noi ancora sconosciuti, si stanno per rivelare attraverso nuove modalità di pensare, veder, udire, sentire … un risveglio della coscienza (Cos’è il risveglio della coscienza? … ne parliamo in una altro momento) che porta con sé anche nuovi sblocchi dei nostri corpi fisici, tanto da scoprirci capaci di fare cose che “fino all’altro giorno” inpossibili.

Ma torniamo all’amicizia, alla Philia. Io mi sono accorta di avere tanta Philia intorno a me e lo ritengo un grande privilegio, sicuramente meritato in parte, perché oltre a giudicarci male o sbagliati (che non sarebbe comunque opportuno fare) è ancora più utile riconoscerci nel nostro valore e il valore lo riconosci in un primo momento quando gli altri te lo riconoscono. Ma poi si deve arrivare anche a riconoscerselo, come atto dovuto, un riconoscimento, di Amore verso noi stessi, perché se non cominciamo noi ad Amarci, a conoscerci, a capirci … allora non abbiamo compreso il senso di questa vita.

Quindi vivi la Philia … trovala, coltivala, nutrila, amala, godine di ogni momento e poi lasciala andare se necessario senza rimpianto. Ma nel frattempo vivi i doni che ti elargisce senza nulla chiedere in cambio … e viceversa.

Emozionati col video :

GINEVRA … RACCONTERA’

GINEVRA … RACCONTERA’

Ginevra un amore grande.

Questa è la storia di un’anima speciale, molto antica, così speciale da scegliermi quale sua compagna di viaggio. Ginevra in questa vita ha scelto di prendere le forme di una gatta nera, sinuosa, molto elegante, direi proprio chic, talmente chic che con me non so proprio cosa ci azzeccasse.  E’ stata una compagna di viaggio insuperabile,  inevitabile,  ineguagliabile, amorevole e soprattutto affidabile.

Arrivò a casa mia in un giorno d’estate col caldo. Non so perché la scelsi ma, quando decisi di prendere con me anche una gatta nera,  per dare una compagna di giochi alla gattina bianca e rossa Shanty, trovata pochi giorni prima, arrivò come una ventata d’aria fresca, anche come un catter pillar in alcuni momenti a dire il vero …  ma soprattutto arrivo con un carico di mistero, d’insegnamenti e  di saggezza di tale portata da rendermi esterrefatta ogni qualvolta mi sorprendeva lanciandomi i sui segnali.

Ginevra si dimostra fin da subito gatta indipendente,  intelligente, estremamente diffidente all’inizio, ma soprattutto coraggiosa, a tal punto da sfidare tutte le mie sicurezze (e di gatti ne ho avuti eh!!) e a smuovere tutte le mie paure latenti, paure che non credevo di avere. Intendo quelle credenze limitanti che sono ormai superstizioni riguardanti i gatti neri … e di questi condizionamenti io stessa rimasi sorpresa nel vederli dentro di me. Dentro di me che avevo lavorato già da anni sulle credenze limitanti!!! Stentavo a crederci!!!.

La volontaria che mi portò a casa Ginevra me lo disse subito “stai attenta sai perché questa si arrampica su per i muri” e io dissi tra me e me “oh mio Dio speriamo bene!”  In realtà la sua era solo una grande voglia di sperimentarsi fisicamente e di sperimentare gli spazi in cui si trovava. Era proprio un voler andare oltre i limiti fisici che le si presentavano. Ed eccola scoprire tutti gli angoli più reconditi della casa, e nel giro di un paio di giorni, diventare sicura dentro il nuovo ambiente.

E fin da subito Ginevra prese il controllo di casa. Era quella che io definirei un’arrampicatrice, non sociale, ma proprio fisica, saltava di qua e saltava di là senza porsi nessun limite! Una vera sfida all’epoca per la mia tranquillità … pensate che abitavo in un appartamento all’ultimo piano con terrazza panoramica e tetto a disposizione ad altezza scarsa di un metro … immaginate il tuffo al cuore la prima volta che, con nonchalance, è saltata sul tetto e ha iniziato a percorrerlo in lungo e in largo, appartamento dei vicini compreso!!!. Aaaaiuttto!

Ricordo che la prima notte mi dormì vicino alla testa tra il cuscino e la testata del letto.  Lì per lì pensai che la sua azione protettiva fosse già cominciata. Più probabilmente invece era una sua forma di controllo, perché non mi conosceva e voleva assicurarsi che non ci fosse pericolo alcuno. La sensazione per me fu bellissima, in ogni caso.

Non era una gatta che dimostrasse effusioni all’inizio e per un bel po’ … aveva bisogno capire se poteva  fidarsi.  Ma non emetteva miagolii, suoni, fusa … un mistero vivente. Si perché invece Shanty la gattina bianca e rossa era invece un motore di fusa continue e di miagolii … anche oggi dopo 14 anni io e Shanty ci parliamo direttamente a voce, consapevoli entrambe che lei capisce tutto quello che le dico, mentre io non ho così chiaro cosa intenda lei … chi è l’anima-le più intelligente quindi?.

Ginevra ha aperto il mio cuore in maniera diversa da Shanty, ha lavorato lentamente scardinando ogni dubbio, paura, superstizione assurda memorizzata nel mio dna, sicurezze granitiche e … ad un certo punto ci siamo incontrate e amate al di là di ogni possibile immaginazione, ma sempre rispettando ognuna lo spazio dell’altra. Non potevo prenderla in braccio, perché non le piaceva, ma quando lei voleva essere accolta e coccolata me lo faceva capire chiaramente e non esistevano posti occupati dalle altre sue sorelle feline … lei arrivava e si prendeva il posto che voleva. Poi ci scambiavamo uno sguardo e col tempo le fusa e le chiacchiere con il suo miagolio in stile arabeggiante arrivarono per creare tra noi il nostro modo di interagire emozionalmente … e per me era pura magia immergermi nei suoi occhi, nelle sue flebili fusa e nelle sue dimostrazioni di affetto.

Ogni gatto/a che ho avuto la fortuna di accogliere in casa mia, mi ha insegnato un modo diverso di amare incondizionatamente, ma rispettando la propria libertà fondamentale. Questo è il gatto un Maestro che ti insegna a non venderti per essere amato, ma a pretenderlo come diritto di vita. Straordinario il mondo felino.

Per chiarezza amo tutto il mondo animale, a parte le zanzare perché non trovo abbiano un senso se non essere cibo di altri animali e men che meno le cimici che davvero non ho idea del perché Madre Natura abbia bisogno di loro!!!. Qualcuno di Voi ha un idea in proposito?

Scriverò storie attraverso Ginevra per adulti e per bambini. Sento di doverLe dare questo ruolo perché lei stessa mi raccontava a modo suo le storie della suo vedere la vita.

Quando ha deciso di sacrificarsi e volare sul ponte dopo circa due mesi di vita sul camper, per me è stato, e lo è tuttora, uno dei lutti più dolorosi che ho affrontato nella mia vita, paragonabile a qualsiasi familiare io abbia già nell’oltre, genitori compresi.  Ma soprattutto per la lezione che con la sua morte mi ha dato facendosi da parte perché non avrei retto oltre la sua malattia e la malattia di Shanty nello stesso momento, in un momento in cui io affrontavo le conseguenze anche difficili del cambio vita e le aspettative infrante che ho affrontato in quel periodo. Lei voleva lottare ma ricordo che un giorno dissi alle mie gatte “per favore cercate di aiutarvi a guarire anche un po’ da sole, perché in questo momento non riesco nemmeno ad aiutare me stessa”. E lei ha capito che la situazione per me era davvero troppo difficile. Così un sabato mattina dopo aver visto che nel giro di pochi giorni si stava spegnendo, in camper, ho messo dei mantra di sottofondo, ho acceso un incenso e tra le mie braccia l’ho accompagnata fino all’ultimo suo respiro parlandole, piangendo e ringraziandola per tutto, scusandomi se non avevo saputo fare di meglio per lei in quel momento. Ancora adesso, scrivendo di Lei  le lacrime mi scorrono a fiumi. Ho sempre pianto per tutti coloro che ho amato in questa vita umani o felini che fossero, ma con Ginevra ci sarà sempre un legame speciale che il tempo non potrà scalfire. E’ stata davvero mandata dal cielo per accompagnarmi per 14 anni, mi avvertiva se correvo dei pericoli prima che arrivassero, mi faceva capire chi non doveva entrare in casa mia perché portatore di brutte energie, mi parlava di amore e di vita da vivere con naturalezza e semplicità … Ginevra amore mio grande so che ora stai bene fisicamente e so per certo che quando sarà il mio momento tu sarai là ad accogliermi e riabbracciarti sarà una grande gioia …  amore mio grande, ancora grazie per tutto.

P.s.: per chi pensa siano solo animali posso solo dire che chi non interagisce con i loro occhi e soprattutto chi non apre loro il cuore, non sa che universo di emozioni, e occasioni di vivere si sta perdendo.

AFFIDARSI AL FLUSSO

AFFIDARSI AL FLUSSO

AFFIDARSI AL FLUSSO.

 

Quando si dice affrontare la vita nel flusso dell’esistenza non si fa mai cenno a cosa realmente comporti a livello pratico.

Chiedete a chi c’è passato e vi dirà di lasciar fare alla Vita o Dio o come volete chiamare questa parte. Ma cosa significa concretamente?  Da persona pragmatica quale mi considero, cercherò di  passarti la mia esperienza.

Io sono solo all’inizio di questa avventura e vi posso raccontare che al momento ha a che fare con il lasciar andare.

Cosa? Beh in primis le cose intesi come oggetti, sicuramente, attaccamenti agli stessi oggetti o ai ricordi ad essi legati, ma soprattutto è un continuo e vorticoso movimento emotivo, che coinvolge il corpo fisico, che risente di tutte le resistenze consce e inconsce, a tal punto da arrivare a dire col cuore una sorta di “ok fa’ ti!!!” (dal veneto tradotto in ok fai tu) perché non hai più sicurezze, nè certezze tali, che non ti resta che un’unica cosa da fare … cioè affidarti … e credimi che per un ariete come me , per una mentale come me , per una ex atea ormai convinta della propria spiritualità, ebbene è stata davvero dura da una parte, ma anche piacevolmente sorprendente.

 

Credo che le esperienze della mia vita e in particolare in questi ultimi 20 anni io sia stata portata, ma preferisco il termine addestrata, ad arrivare a quell’atto di fede non inteso in senso religioso (“fidati ciecamente”)  quanto spirituale  che  significa proprio “affidarsi” (cioè lasciarsi guidare perché non hai altre possibilità concrete). In maniera diversa lasciare che la Vita ti guidi al di là della mente (che mente), per “esperenziare” e vivere in un movimento fluido e incontrollabile razionalmente che ti porta dove devi  andare, senza essere tu a controllare il come il dove e il quando. In maniera solo apparente tu hai ancora il controllo ma in realtà ciò che devi fare ti viene suggerito man mano. Non sento le voci come le persone che vengono definite malate (ma sarà vero poi che sono malate?). E’ piuttosto una sorta di certezza interiore che ciò che stai per fare è la cosa giusta e necessaria in quel preciso istante e che niente altro è da fare. Io lo definisco il sentire interiore, qualità dell’energia femminile che è in ognuno di noi, uomini compresi.

Non preoccuparti ci sarà sempre chi ti remerà contro, vuoi perché ti considera impazzito, vuoi perché vuole “regalarti” le proprie paure, vuoi perché vorrebbe ma non riesce a fare quello che stai per fare tu … insomma chi ti dirà che stai facendo un salto nel buio assurdo senza averci pensato ecc ecc ecc. Per fortuna poi ci sono quelli che invece ti sostengono e ti spronano  per un solo motivo, perché ti vogliono bene e sanno che l’esperienza qualsiasi sarà, è giusto che tu la attraversi restandoti comunque vicino.

Ma anche in questo caso salvo un leggera reazione emotiva, che parte dai pensieri vecchi intrisi di credenze limitanti precedenti, non posso fare a meno di agire in un certo modo che non è frutto della mia mente (anche se poi è ragionato) ma di una forza interiore a cui ho concesso, finalmente, il controllo della mia vita sapendo che a questo punto e questa età, non posso e non voglio fare diversamente. Perché? Perché fare diversamente mi fa star male, mi dà un senso di smarrimento, mi fa sentire dolore fisico  e un senso  di soffocamento, perché non c’è entusiasmo né voglia di fare. Il tutto non senza difficoltà, non tanto legate alla mia persona quanto a 3 (all’inizio) meravigliose creature feline  che fanno parte della mia vita e quindi sono la mia famiglia da ben 14 anni. Per loro la mia “scelta” è una cosa che stanno subendo in quanto sono io che agisco ma ciò comporta per me, sempre, la responsabilità di ciò che accade soprattutto a loro.

Che legame straordinario di fiducia sanno insegnarti il popolo degli anima-li. Fossimo in grado anche noi di affidarci, appunto, scopriremo che il nostro viaggio era deciso da tempo nel quando e nel come … il modo con cui affrontare il viaggio lo decidiamo noi in base a ciò che ci siamo portati dietro da viaggi precedenti. Ti ricordo che quanto io affermo è il mio personale punto di vista, non vuole essere la verità per nessuno. Consideralo solo un interessante punto di vista.

E’ FACILE CAMBIARE VITA? …

E’ FACILE CAMBIARE VITA? …

E dopo questi mesi …

In primis Ginevra, la gatta nera, il mio amore speciale, magica, misteriosa e Maestra in molte occasioni, ha deciso di andarsene sul ponte dell’arcobaleno. Ha sentito che dovevo rigenerarmi io dal cambiamento e tutto quello che stava accadendo era davvero troppo. Ero in un forma depressiva dovuta alle difficoltà e alla stanchezza, che mi faceva piangere ogni secondo. E con loro disorientate e malate, ogni tanto dicevo loro “ragazze per favore aiutatevi a guarire perche non riesco a gestire tutto questo da sola, dovete anche voi farvi forza”. Ma Ginevra ha capito il messaggio e ad un certo punto è volata sul ponte (vedi articolo https://il-colibri.it/ginevra-raccontera/) il giorno stesso che sarei passata a riprendere Shanty dal veterinario dove era da una settimana per complicazioni dell’operazione. Quel giorno andavo a riprendere il mio amore Shanty e lasciavo un pezzo del mio cuore, Ginevra per sempre.

Oltre a ciò la costante sensazione di aver preso una decisione, non sbagliata ma esagerata per le mie forze interiori ed esteriori. Con la voglia di realizzare il progetto di vita che sogno da almeno 20 anni e che invece più io mi sentivo pronta più si rallentava (non è un progetto solo mio, ma sono coinvolte anche altre persone), tant’è che ancora non è avviato.

Posso dire che, di acqua sotto i ponti ne è passata in questi mesi di dolore, dal lutto per Ginevra, alla fatica di capire il mio corpo in adattamento e i miei corpi emotivo e mentali in forte stress … non essendo ancora capace di riprendermi da tutto questo. L’unica cosa che sapevo è che la scelta era giusta e basta e che il mio coraggio ora doveva lasciare spazio alla mia ripresa personale.

Sono convinta che la vita sia una straordinaria avventura che non sempre viviamo felici di ciò che ci accade, e ultimamente ho iniziato a vedere tutto ciò, anche grazie ad una nuova amica che è una straordinaria persona che vede e sente ben oltre, come un addestramento per compiti ancora a me sconosciuti  e che probabilmente vedranno la modifica del mio progetto in non so ancora quale modo. Sicuramente ad oggi, che è ormai luglio inoltrato, mi sento di nuovo più forte e determinata, anche se ancora non so bene come procedere, ma ho deciso di affidarmi nuovamente al progetto animico che incarno. Anche se questo significa che se mi devo arrabbiare con il mondo spirituale io lo faccio, eccome!!!. Se devo dirgli come la penso non mi faccio problemi anche di mandarli a farsi un giro se le prove che mi ritrovo a vivere sono davvero troppo per me in quel momento, sebbene le abbia scelte io, ma forse ero ubriaca in quel momento??!!. Ma io sono convinta che coloro che sono le mie guide e tutte le creature spirituali che mi/ci seguono sanno che se sbotto è la mia parte emotiva che parla e non ho mai creduto davvero che si possano offendere a meno che non si rinneghi se stessi e il proprio ruolo in questo universo. Loro sanno che li stimo e li amo profondamente. Ma come per la famiglia biologica, anche per loro sono in serbo litigate e conflitti relazionali!!!. In questo io mi ritengo proprio un essere umano! E non una terrestre e basta. Ciò che fino all’inizio della mia riscoperta, era la mia visione del mondo spirituale era collegato, mio malgrado, ad una serie di condizionamenti legati principalmente alla mia famiglia tendenzialmente ateista e legata alla cosiddetta scienza … aaaaah posto!!! …  Mi sono sempre posta molte domande (il mio corpo mentale d’altronde lo vedo come quello fisico ben pasciuto) ma anche perché la mia famiglia permeata da un ateismo molto sviluppato,  ha sempre messo in dubbio tutto e tutti. Ed è stata la mia fortuna perché del mondo spirituale ora ho una visione molto più ampia, e sebbene molto rispettosa del loro ruolo e valore, non mi lascio pervadere da quella passività che un credente ha vs qualsiasi religione. Il mio essere spirituale lo vivo attivamente e anche molto pregnato da quelle che sono le mie personali caratteristiche caratteriali. In fondo se siamo legati e deriviamo da quella materia oscura che  Giuliana Conforto (grande fisica italiana di cui vi consiglio i libri)  descrive come matrice di tutto, come parte Animica, allora tutto è perfetto così com’è. Il perbenismo in ogni ambiente non mi appartiene … cosa diversa invece, è la buona educazione. Su questo tema magari ci sarà altro da dire.

Quindi? Mi sono un po’ persa … pazienza. Beh diciamo che il cambiamento di vita richiede elasticità mentale, emozionale, fisica, ma queste tre dimensioni non lavorano parallelamente, ma ognuno secondo la vibrazione del proprio stato. Ecco perchè quasi sempre l’ultimo a mutare, cambiare, dimostrare che un cambiamento è accaduto nella coscienza è sempre il corpo fisico, in quanto corpo più denso e vibrazionalmente più basso rispetto agli altri. Pazienza questo vuol dire che prima o poi il mio corpo fisico lascerà andare anch’esso i pesi che dal punto di vista emozionale e mentale ho già mollato … si lo so non è detto sia così, ma cosa vuoi l’autoironia è parte di me …

COME E’ INIZIATA

COME E’ INIZIATA

Questo blog era previsto per l’estate scorsa, ma come spesso accade nella vita i programmi o le aspettative non vengono sempre rispettati. E così dopo varie vicissitudini mi ritrovo, con “solo” un anno di ritardo a raccontare … “ma come accidempolina è cominciata???”.
Ci sono dei momenti nella vita di ognuno di noi che risuonano alla frase “e adesso che faccio?!” oppure “sento la necessità di un cambiamento ma da dove comincio??”.

Personalmente questi momenti sono stati davvero tanti negli ultimi 25 anni circa. La mia fortuna nel decidere sempre di fare qualcosa sta forse nel mio segno zodiacale, Ariete ascendente Scorpione, o forse nel mio numero di destino, secondo la numerologia, che è il n. 1 (archetipo del Guerriero), oppure nel destino che il mio nome comporta Alessandra = protettrice dell’umanità … oppure in una sana dose di pazzia personale e di un coraggio che, mi riconosco, è davvero fuori dalle regole … mah!!! Diciamo che tutte queste possibilità di certo non hanno un senso nè peso se dietro non ci fosse una vita “vissuta nelle esperienze”, forgiata da alcuni accadimenti belli o brutti che essi siano (come per ognuno di noi), che mi hanno spinta verso molte decisioni drastiche, a mettermi in gioco più volte e sempre con paura, ma anche con il coraggio di chi non ha nulla da perdere … e poi il mio motto è “se mi sento di fare questa cosa, ci sarà un motivo?! … mal che vada troverò una nuova soluzione!”. Dicesi anche legge del piano a,b,c,  e chi più ne ha più metta. Quindi l’ultimo cambiamento drastico qual è stato? Beh mollare casa lavoro e tutto per andare a vivere, momentaneamente, in una casa su ruote … cioè un camper.

Bello grande, non avendone mai guidato uno, alcune amicizie mi hanno detto “ma sei fuori??!!” che da noi in Veneto significa “fuori come un balcone” ovvero fuori di testa al massimo.
Il tutto alla veneranda età di 56 anni, anche se un anno è già passato e quindi ne ho 57. E’ stato facile?

Ad essere sincera no.

Necessario, inevitabile, entusiasmante o devastante a seconda del momento in cui il cambiamento si vive all’inizio può esserci una progettazione oppure no, ma arrivati al dunque il passo sei spinta/o a farlo e devo dire che almeno per me non è stato sempre facile. Anche quando pensavo che sarebbe stato tutto diverso … (‘ste cavolo di aspettative). Sono passati ormai 7 mesi, da che mi sono trasferita in un camper con 3 gatte che ora sono rimaste in 2 (questa è una storia da raccontare in altro articolo), per potermi muovere là dove il progetto di vita che nutro da almeno 20 anni mi porterà, e sebbene tutto sia stato fatto in un tempo che definirei brevissimo, tutto si sta mostrando adesso ai miei occhi da un punto di vista emozionale, mentale e fisico come un disegno che non ho deciso solo io, per io intendo la mia parte dominata dalla personalità.

Non racconterò ora come sia fare un altro trasloco da sola, anche se stavolta mi sono affidata ad una ditta per portare i miei mobili in un magazzino in attesa di essere ripresi per la muova casa. Ma credetemi quando ti comunicano che il rogito avverrà a meno di un mese e, nonostante mi fossi presa per tempo a fare pacchi e pacchettini … beh è stato davvero faticosissimo arrivare alla data concordata per lasciare libero il mio vecchio appartamento, e capire dove andare.
Si si … hai capito bene perché fino all’ultimo tra altre case in vendita a prezzo piccolo, viste e lasciate là dov’erano perché case non si potevano nemmeno definire, soluzioni in affitto che non mi potevano o volevano dare in quanto fuori da quello che definiscono reddito fisso (e in più con 3 gatte), e, scegliere di andare in camper e potersi spostare là dove 20 anni di casa mi hanno impedito di andare, la soluzione più logica ovvia e desiderata col cuore (o spinta da non so bene quale forza/energia), mi ha vista scegliere la terza e ultima opzione.
A 56 anni dopo aver mollato due anni fa il mio lavoro per ovvi motivi di contrasto con quella che viene ancora definita scuola pubblica della quale non condivido più visione , metodi e approccio verso i futuri, preziosi adulti, dopo aver deciso di “bruciare le navi” vendendo anche casa, mi ritrovo in un camper molto carino, con gli spazi giusti, la giusta grandezza, a fare i conti con tutti quegli aspetti che avrei potuto comunque prevedere.
Entrare in un ambiente più piccolo non è stato un problema se non fosse che la mia corporatura al momento piuttosto rotonda mi fa faticare per entrare attraverso le porte del bagno ma anche l’ingresso, per non parlare che desideravo il letto in coda e invece ho un mansardato con tanto di scaletta!!!, e in questo vorrei poter parlare coi progettisti dei camper per spezzare una lancia a favore delle persone che come me sono diversamente magre ( … vedrò come fare ciò …) e nemmeno il lasciar andare il superfluo per portare con sé il necessario è stato il problema, anzi questo è stata la parte più divertente perché mi sono resa davvero conto mentre preparavo pacchi per camper e per trasloco, di quanta roba potremmo fare a meno che in realtà teniamo e non usiamo. Pensa che di tutte le pentole che avevo, ho portato con me solo 4/5 tra pentole e pentolini-ini-ini, che a tutt’oggi non uso nemmeno. Il resto in attesa di nuova collocazione sempreché serviranno!.
Il problema, anzi i problemi che non avevo pensato o anche sottovalutato sono:
1.la difficoltà di adattamento mia e delle gatte all’ambiente più ristretto, soprattutto per loro che subiscono la mia scelta, in quanto io sono responsabile anche per loro. A loro non è stato dato potere decisionale.
2.la difficoltà di trovare posti attrezzati almeno con la corrente per poterci lavorare e vivere senza la preoccupazione di come caricare il pc o usare anche un semplice phon. Considera che ho iniziato questa vita in pieno inverno, quindi poco sole (pannello solare non attivo) e freddo. In italia non siamo messi male ma nemmeno bene. Diciamo che se almeno i comuni più turistici prevedessero delle aree camper per scaricare le acque e poter ricaricare di acqua pulita, e una presa di corrente beh … sarebbe oro! e su questo ne sto vedendo di tutti i colori!!!.
Potresti obiettare che c’è lo stile libero, free, senza limiti di dove o come, ma al momento per me neofita è ancora un po’ difficoltoso soprattutto per la gestione della mia vita e per il cambio energetico che i miei corpi (fisico, emotivo e mentale) hanno subito, con una stanchezza tale da richiedermi di fermarmi in tutto e dormire. Diciamo che almeno all’inizio, la sosta libera è rimandata a esperienza acquisita … E nel frattempo ti ritrovi a seguire altri personaggi sui social, decisamente più giovani e più sgamati di te su queste cose digitali, e cerchi di vedere se ciò che usano loro o che spiegano loro possano esserti utile. Quindi devo ancora capire che tipo di camperista voglio e soprattutto posso diventare. Sapendo che questa scelta sarà momentanea e non la vita definitiva.
E nel frattempo …
3. l’inaspettata reazione delle gatte non tanto riguardo l’adattamento che era prevedibile (età dai 13 ai 14 anni), sia come trauma che come difficoltà, ma non ti aspetti che due di loro richiedano cure veterinarie immediate. Di questo ne parlerò meglio perché ancora troppo dolorosa nel suo evolversi fino alla fine. Gatte comunque tenute sempre bene, ma che avendo l’età di un matusalemme (secondo le tabelle) sviluppano all’improvviso patologie o malattie, che non sempre sono riconducibili a stati emotivi o fisici dell’umano che vive con loro.